Il ruolo dei rappresentanti
Le CostellAzioni della Gioia
Il ruolo dei rappresentanti
Partecipare come rappresentante a una CostellAzione della Gioia, é una delle esperienze più vitali e appaganti che si possano avere.
Innanzitutto s’impara a percepire, ad allargare le proprie capacità conoscitive, al di là dei limiti che abbiamo accettato vivendo nella realtà condivisa, che codifica in modo rigido ciò che é reale e ciò che non lo é. Grazie al genio di Bert Hellinger, siamo andati oltre i limiti imposti della realtà condivisa, e siamo potuti entrare in contatto con il campo morfico familiare di altre persone.
Chi partecipa per la prima volta come rappresentante e percepisce sensazioni, emozioni, immagini, pensieri appartenenti alla persona che rappresenta, ne resta ammaliato. Ogni cosa avviene semplicemente, con facilità, purché la persona dia credito a ciò che percepisce, si fidi e si affidi all’intelligenza del campo. Solamente la sua mente razionale può impedirgli di sentire ciò che sente, interpretarlo in modo svalutativo o critico, inficiando quindi la propria percezione.
Viceversa, fidandosi di ciò che percepisce, si permette di ampliare il proprio sentire. Quando si entra nel campo, si può fare esperienza diretta di ciò che significa essere connessi, così come si ha la percezione diretta che nel Metacampo, che si può chiamare con Ervin Laszlo, il Campo A o Akashico, si trovano registrate tutte le esperienze che ciascun essere umano vive durante l’esistenza in questa dimensione, e nelle altre.
La molteplicità di ruoli che ciascuno di noi interpreta di volta in volta sul palcoscenico della Vita, ci fa comprendere e percepire le infinite possibilità che abbiamo a disposizione, per fare esperienza nella materia. Proprio il fatto di rappresentare un’altra persona, ci permette di avere un’esperienza diretta del grandissimo potere che abbiamo, quello di poter scegliere.
I nostri pensieri, le emozioni, le esperienze, sono oggetti di scelta. Dalla Coscienza Universale, gamme di vibrazioni di ogni genere e frequenze, arrivano nel nostro campo individuale. Scegliamo continuamente, mediante l’attenzione, solo che non siamo consapevoli del potere e degli effetti che ogni scelta implica.
Per esempio, mentre stai leggendo quest’articolo, attui la scelta fra diverse possibilità: accettare ciò di cui si parla, rifiutare, restare neutro, decidere di farne esperienza diretta, informarti sulle esperienze d’altri, ecc.
A ogni scelta corrisponde una reazione, degli effetti-risultati su cui non abbiamo invece, potere. Se vogliamo cambiarli, bisogna fare nuovamente altre scelte. Le prime persone e anche le più importanti su cui le scelte e gli effetti hanno un impatto, siamo noi stessi.
Fra le varie scelte che abbiamo a disposizione, c’é quella dell’atteggiamento e dei comportamenti conseguenti che si assumono rispetto un evento. Prendiamo come esempio per questo tipo di scelta, un incidente automobilistico.
Quattro persone stanno percorrendo una strada, e davanti a loro vedono una macchina che é andata a sbattere contro un albero. Il conducente é ferito e ha chiaramente bisogno d’aiuto. Una volta che il ferito é stato soccorso, si rimettono in macchina e continuano il viaggio.
In occidente, le persone inizierebbero a discutere – con grande coinvolgimento emotivo – sulle cause dell’incidente, sui suoi effetti, su ciò che é stato visto e sentito, insomma, ognuno darebbe le proprie interpretazioni sull’evento. Inoltre, una volta terminata la discussione, ciascuno continuerebbe le sue argomentazioni e interpretazioni nel dialogo interiore.
Al contrario, in un episodio analogo accaduto in India e in Thailandia, di cui l’autrice é stata testimone, gli astanti, una volta rimessisi in viaggio, hanno mantenuto un rispettoso silenzio, astenendosi da qualsiasi commento sull’accaduto.
Di fronte a scelte comportamentali così diverse, si può dire che l’evento in sé é e rimane, ma le scelte che ciascuno di noi fa, hanno un’influenza enorme su noi stessi, sul nostro benessere psico-fisico e sui co-attori partecipanti all’evento.
Un altro tipo di scelta riguarda lo stato di Coscienza da cui guardare all’evento. Per esempio, muore una persona cara. Se partecipiamo all’evento dallo stato di Coscienza identificato con la personalità, entriamo automaticamente nel campo della sofferenza. Se, invece, alziamo la nostra frequenza vibratoria connettendoci col Campo della Gioia, questa scelta ci permette di percepirlo in modo molto diverso.
Ecco la testimonianza di una ragazza di vent’anni che, dopo aver partecipato a un seminario di CostellAzioni della Gioia in cui ha rappresentato una persona morta e ha ricevuto Joyfield, imparando a connettersi col suo campo, ha attuato questo tipo di scelta.
Ero andata insieme al mio ragazzo e un amico a fare una passeggiata in montagna. Dopo un po’ l’amico decide di fermarsi e ci lasciamo, dicendoci di ritrovarci più tardi. Dopo circa mezzora, comincio a sentire come una sorta di richiamo che mi dice di tornare indietro subito. Scegliamo di tornare. Acceleriamo il passo e mentre ci avviciniamo al luogo dov’é rimasto il nostro amico, la pressione interiore aumenta. Lui non c’é lì, lo chiamiamo, senza ricevere risposta. Cominciamo a perlustrare la zona e dopo poco, lo vedo. Era probabilmente scivolato dal pendio e svenuto battendo la testa che era poi finita nell’acqua di una pozza, e non respirava più. L’abbiamo tirato fuori, fatto la respirazione bocca a bocca ma, non riprendeva conoscenza. Mentre il mio ragazzo corre per cercare aiuto, io resto lì e mi viene in mente di entrare nel suo campo, come avevo imparato da Giulia. Sento un movimento insolito, come se qualcosa si sfilasse.
Dopo un po’ comincio a vederlo uscire dal corpo. Era la prima volta che mi capitava un’esperienza simile e mi sentivo un po’ impaurita. Passavo dal vedere il suo corpo fisico steso lì senza vita, a vederlo in piedi accanto a me, con un altro corpo simile a un ologramma. Aveva un’aria felice e mi diceva: “Adesso ho capito tutto, é bellissimo!”
Continuavo a passare da una percezione all’altra, e le emozioni che vivevo erano contrastanti. Quando guardavo il suo corpo fisico, mi sentivo addolorata, spaventata e impotente. Quando guardavo l’altro se stesso, mi veniva voglia di ridere insieme con lui, la voglia di giocare perché é proprio vero: la vita non finisce e noi siamo multidimensionali. Irene G.
Fare il rappresentante di una persona che non si conosce, arricchisce moltissimo le nostre esperienze di vita, poiché si ha accesso al vissuto di un’altra persona, e si percepiscono la vita e gli eventi dalla sua prospettiva. Per esempio, una ragazza che rappresenta una madre, può comprendere che cosa si può provare in questo ruolo, così come un ragazzo che rappresenta un padre, può capire come ci si sente a essere padre.
Inoltre, rappresentando persone che hanno ruoli differenti, come madre poi figlio, oppure padre, nonni, bambini piccoli, é possibile accedere alla loro personale prospettiva delle relazioni familiari, percepire uno stesso evento da differenti punti di vista.
I rappresentanti, grazie alla connessione con il Campo della Gioia, hanno poi l’opportunità di percepire il passaggio dalle emozioni negative, connesse con lo stato iniziale della persona che rappresentano, agli effetti della Gioia.
Come un attore che usufruisce dei benefici del personaggio che interpreta, i rappresentanti hanno la possibilità, grazie alla risonanza morfica, di apportare cambiamenti anche nelle loro relazioni, in cui vi sono tematiche che vibrano sulla stessa frequenza di quelle della persona che rappresentano.
Hanno, infine, la scelta di partecipare attivamente alla co-creazione di una realtà basata sulla Gioia, sull’Amore e sulla Pace.