La paura del ‘successo’ nella ricerca spirituale
La ricerca spirituale è l’avventura più grande che possiamo intraprendere in questa vita.
E come ogni avventura presenta difficoltà, momenti di stasi, voglia di abbandonare, ribellioni ecc.
E’ capitato anche a te di trovarti in situazioni come queste?
Hai mai pensato che le tue difficoltà nella ricerca spirituale possano essere connesse con la paura del successo?
Se la tua vita (come quella di tutti) è condizionata dai programmi inconsci acquisiti nell’infanzia, pensi che la spiritualità ne sia esclusa?
E’ chiaro che no.
Infatti, anche la ricerca spirituale è profondamente influenzata dalle convinzioni che hai acquisito nell’infanzia e più avanti nella vita.
La paura del successo in generale, si manifesta quando stai facendo un passo avanti verso un cambiamento importante nella tua vita.
Per esempio, quando hai un nuovo lavoro che ti fa guadagnare di più, potresti temere di perdere una persona importante per te o qualche amico perché potresti cambiare troppo e diventare distante da loro.
Oppure quando entri in una nuova relazione, potresti aver paura che possano ripresentarsi i problemi delle precedenti.
E nella spiritualità?
Ti sei accorto che ogni volta che fai una piccola o grande conquista, una percezione più ampia, una meditazione più lunga e proficua, una comprensione più profonda, si ripresenta la paura di perdere ciò che hai ‘conquistato’?
Alla base della paura del successo ci sono i programmi connessi con la paura del fallimento.
Questi programmi automatici hanno al loro interno una o più convinzioni limitanti che bloccano la tua riuscita.
I programmi inconsci hanno preso il volante della tua vita e, ahimè non sempre ne sei consapevole.
Ciò di cui ti rendi conto é che pensieri, emozioni o eventi, si ripresentano ancora e ancora e ti sembra di girare in tondo.
Che cosa si può fare in questo caso?
Innanzitutto sapere che questo è un processo che non accade solo a te ma che quasi tutti si trovano ad affrontare (fa parte del pacchetto).
Inoltre, per entrare in profondità e trovare risposte, ti suggerisco di farti una domanda molto importante:
<<Che cosa temo che possa accadere se ottengo…. (ciò che vuoi)>>?
Più specificamente per la ricerca spirituale, la domanda potrebbe essere:
<< Che cosa temo possa accadere se mi risveglio?>>
Stai qualche minuto con la domanda e verifica che emozioni ti suscita.
Poi, se vuoi rendere più efficace il processo, comincia a scrivere ciò che ti viene in mente. Alcune cose verranno subito, altre potrebbero arrivare nelle ore o giorni successivi.
In questo modo rendi “esplicito l’implicito” come direbbe Krisnamurti o, in altre parole, metti in luce le tue paure, i programmi che sabotano il risveglio, l’illuminazione, la conoscenza di te.
Per stimolare i tuoi pensieri, ecco alcuni esempi:
- Se mi risveglio potrei perdere la famiglia, i miei amici.
- Potrei rimanere senza lavoro e vivere di elemosine (come vivono i sadhu in India).
- Potrei impazzire.
- Potrei non essere più capace di vivere nella società.
Per quanto mi riguarda molti anni fa ero rimasta scioccata vedendo la buca in cui aveva vissuto per mesi Ramana Maharshi a Tiruvannamalai, totalmente disfunzionale e inconsapevole del suo corpo. Era talmente assorbito nel Sé da non rendersi conto dei morsi di formiche e vermi, dei ragazzini che gli tiravano le pietre, dei suoi capelli e unghie cresciute a dismisura, dimentico di nutrire il suo corpo. Qualcuno, ogni tanto gli faceva bere un po’ d’acqua o latte e mangiare un po’ di riso, oltre a proteggerlo dai ragazzini.
Quell’immagine era diventata il mio ostacolo principale all’illuminazione, al risveglio. Per fortuna non tutti i ricercatori hanno le stesse esperienze.
Soprattutto, per me il risveglio spirituale tiene conto sia della parte umana sia di quella spirituale.
Quando ti rendi conto delle convinzioni limitanti che ti hanno ostacolato finora a ‘trovare’ ciò che cerchi, sei già più vicino alla mèta.
Difatti, la mèta è sempre raggiunta, non è mai stata lontana da te, è sempre stata qui e ora, presente.
E’ la Presenza consapevole.
Si tratta di riconoscerla e riconoscerti.
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