La chiave della felicità
Per esperienza diretta sappiamo che cento anni fa, né tu né io, esistevamo. Non c’erano corpo, mente, emozioni, genitori, amici, nemici, lavoro, politica. Non c’era universo, Dio, scienza, religione, arte, filosofia.
Noi non esistevamo. Non eravamo vivi. Non sapevamo nemmeno di non esserlo, poiché per saperlo, bisognava appunto, esistere. Infatti, tutto ciò che sappiamo o non sappiamo, è connesso col fatto che esistiamo, siamo qui adesso, vivi, presenti ora.
Solo da questo stato di esistenza possiamo dire che cent’anni fa non esistevamo. Solo se siamo vivi possiamo conoscere o ignorare qualcosa.
Dalla non-esistenza siamo entrati nell’esistenza. Sappiamo d’essere vivi senza aver bisogno di una conferma esterna. E’ l’unica conoscenza certa che abbiamo.
Anche l’universo in cui viviamo adesso un tempo non esisteva. Prima della sua nascita, circa 13,7 miliardi di anni fa, anch’esso era non-esistente.
Secondo alcuni scienziati il nostro universo, una specie di “bolla di spazio in mezzo a un numero incalcolabile di altre bolle o universi isola,” sarebbe nato in seno al Multiverso (cioè un numero infinito di universi) da una “singolarità”, un punto di energia e densità infinite con un volume pari a zero.
Da questa “singolarità” sarebbe avvenuto il Big Bang o Bit Bang e quindi la nascita del Multiverso.
Dunque, quella singolarità conteneva a livello potenziale il progetto e i materiali di costruzione- le informazioni- di tutti gli universi, incluso il nostro. Per estensione, potremmo dedurre che in quella “singolarità” era contenuto a livello virtuale anche il progetto e il materiale di costruzione dei nostri organismi.
Continuando sulla stessa linea, possiamo pensare che l’universo e noi siamo stati concepiti insieme e “nati” dalla stessa “cellula madre”- la singolarità puntiforme- e quindi siamo strettamente interconnessi- entangled.
Se riconosciamo che qualunque conoscenza o non-conoscenza avviene solo dal nostro stato di esistenza, allora, solamente quando noi cominciamo a esistere, inizia anche l’esistenza dell’universo. Questo vale per tutti gli esseri umani. Come potrebbe esistere l’universo per noi se non fossimo vivi, presenti e consapevoli d’esserlo? E come potremmo esistere noi senza che ci fosse l’universo?
Anche l’informazione sulla nascita dell’universo dalla “singolarità” è arrivata allo scienziato che l’ha ideata dal suo stato di esistenza, dallo stato di veglia.
La nostra esistenza è quindi il cardine intorno cui ruota tutto ciò che esiste, compresa la realtà.
Infatti, dall’osservazione ci rendiamo conto che non esiste una cosa come la “realtà” al di fuori della nostra esperienza diretta. Questa realtà esperienziale comprende pensieri, emozioni, sensazioni, immagini, colori, odori, sapori, suoni, tutto ciò che è presente in ogni singolo momento.
La stessa parola ‘realtà’ è solamente un concetto, un’idea nata nella nostra mente e non un’entità separata da noi.
Pertanto, la nostra esperienza percettiva dimostra che noi e l’universo siamo la realtà, una sola realtà, l’unica, in cui tutto è strettamente interconnesso: tutto insieme appassionatamente!
Perciò niente e nessuno è separato, isolato, indipendente.
Come dice Rumi:
Questo universo non è al di fuori di te. Guarda dentro te stesso, tutto ciò che desideri è già lì.
Questa conoscenza, una volta compresa e accettata è la chiave che può aprire la porta alla gioia, alla felicità, al senso di completezza. In questo stato di consapevolezza:
L’oceano è colmo di gioia – l’atmosfera è tutta di gioia!
Gioia! gioia! in libertà, in devozione, in amore!
Gioia nell’estasi della vita!
E’ sufficiente esistere! È sufficiente respirare!
Gioia! gioia! gioia, sempre e ovunque!
Walt Whitman
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